Lettera aperta (giovedì, 15 marzo 2007)
Al Vescovo, ai presbiteri, ai laici della Chiesa di Torino e ai non credenti attenti alla parola del Vangelo
Questa nostra lettera, nata da un incontro spontaneo di singoli credenti e di appartenenti ad associazioni ecclesiali, vuol esprimere anzitutto il turbamento, che è di molti, di fronte alle prese di posizione di autorevoli rappresentanti della CEI sulla progettata legge sui diritti di convivenza, e ad analoghi interventi negli ultimi anni. Non perché la gerarchia della Chiesa non abbia diritto di parola nel dibattito, ma perché quelle affermazioni sottraggono ai laici credenti una responsabilità che è loro propria. Questi interventi, che rendono la Chiesa parte tra le parti, possono sì produrre gli effetti desiderati nella singola occasione, ma minacciano, in una prospettiva meno immediata, ciò che ad essa non può non apparire come più essenziale: la possibilità di annunciare a tutti la buona novella, la capacità di sostenere la vitale testimonianza dei credenti, la carità di incoraggiare la buona volontà di ogni persona.
Non è nostra intenzione contrapporre clero e laici, ma viceversa responsabilizzare i laici perché si assumano quel compito di mediazione della Parola di Dio con le vicende e con le scelte storiche, che «a loro particolarmente spetta», come proprio carisma ecclesiale (Concilio, Lumen Gentium, n. 31). È urgente nella Chiesa di oggi sviluppare luoghi e strumenti di autonoma elaborazione culturale, sociale e politica. La preoccupazione che esprimiamo ai vescovi non è per creare divisioni, ma, al contrario, per testimoniare vivo desiderio di unità della Chiesa.
Le nostre osservazioni non riguardano perciò anzitutto il contenuto delle dichiarazioni episcopali, perché saremmo egualmente critici se prescrivessero contenuti politici e legislativi diversi. Riguarda l’intervento nel dettaglio delle decisioni politiche dando ai laici prescrizioni che non attengono alla missione episcopale e ostacolano il necessario pluralismo. La ricchezza e la fecondità della fede si mostrano anche nel fatto che essa dà luogo a una molteplicità di interpretazioni e di applicazioni le quali, in una Chiesa retta dalla carità e non dall’ideologia, non contrastano con l’unità e anzi la arricchiscono.
Il prezioso compito dei vescovi nella Chiesa è proprio di essere operatori dell’unità, di testimoniare che la carità sta al di sopra di ogni diversità di cultura, di costume, di orientamento sociale e politico. Ma a questo compito ci sembra che l’episcopato venga meno quando assuma posizioni opinabili di una parte dei credenti contro gli altri, o quando pretenda di imporre uniformi scelte politiche, cercando un’unità forzata, non frutto di carità.
Un ulteriore motivo di turbamento sta in noi nel fatto che la gerarchia si presenti come unica autentica interprete del diritto naturale e della ragione naturale. È pur vero che oggi, anche da parte laica, si avvertono i rischi di una ragione incapace di principi veritativi e normativi, e che questa situazione possa suggerire l’idea che la fede debba esercitare una funzione di tutela della ragione. Ma il richiamo a principi considerati come unica verità naturale e razionale implica l’accusa di innaturali e irrazionali a coloro che non concordano su quel riconoscimento. La questione del diritto naturale riteniamo non sia una priorità per la Chiesa che voglia essere annunciatrice del messaggio evangelico, il quale è più grande della natura e viene dalla rivelazione.
In tema di problemi etici e sociali, testimoniare il vangelo nella vita vale più che condannare chi segue vie diverse dalle indicazioni della gerarchia. L’insistenza sulla difesa dei principi più che sulla testimonianza favorisce spesso l’ipocrisia di chi li difende come ideologia politica, ma ne trascura la pratica nella vita.
Vogliamo infine riconoscere le gravi mancanze di carità dei laici, e di noi stessi, quando evitiamo ogni assunzione di responsabilità ecclesiale e preferiamo posizioni tendenzialmente individualistiche, oppure, al contrario, quando qualcuno si fa forte in politica dell’appoggio ecclesiastico, strumentalmente usato.
La vita della Chiesa rifiorisce se ogni credente è valorizzato come responsabile nella vita della comunità ecclesiale e non è indotto a sentire la Chiesa soltanto come dispensatrice di direttive e di sacramenti. L’unità nella carità richiede una presenza dei laici ben diversa da quella che spesso oggi di fatto è proposta, dalla Chiesa universale fino all’ultima parrocchia.
Chiediamo perciò non solo al nostro vescovo e ai presbiteri, ma anche a noi stessi credenti laici, di operare tutti insieme per uscire da un clima che non favorisce il dialogo e da una forma distorta di unità ecclesiale. La nostra iniziativa non vuole affatto definire una parte contro un’altra, ma rivolgere un appello a tutti. La situazione presente è un’occasione di riflessione: a noi pare essenziale che ciascuno assuma la propria responsabilità per una Chiesa che sia luogo fraterno e gioioso di testimonianza evangelica, dove i carismi siano molteplici e ciascuno si senta accolto; per una Chiesa che offra ai giovani non occasioni effimere di incontro, ma veri luoghi di esperienza cristiana. Una Chiesa che non rifugga dal dire parole impegnative sulle scelte morali e le loro eventuali implicazioni politiche, ma lo faccia rispettando il pluralismo e l’autonomia politica dei laici e soprattutto proclamando il carattere di testimonianza, e anzi di profezia, delle sue parole senza farsi proteggere indebitamente dalla legge.
Questa nostra lettera vorrebbe parlare a chi ci è fratello nella fede e a chi ci è fratello in umanità, e cerca di essere essa stessa motivo di annuncio evangelico. Per questo saremmo lieti se essa suscitasse risposte che ci possano essere di correzione e di aiuto, e avviasse una serena riflessione nelle comunità.
Giuseppe Elia
Luciana Castellarin
Claudio Ciancio
Maria Antonietta Guadagnino
Ugo Perone
Annamaria Pastore Perone
Enrico Peyretti
Valentino Castellani
Pierangela Peila
Simona Borello
Stefano Sciuto
Maria Antonietta Masiello Sciuto
Giancarlo Jocteau
Piero Messidoro
Giancarlo Prina
Antonello Ronca
Dina Bilotto
Ugo Gianni Rosenberg
Elio Mosso
Michelina Facciotto
Elio Roggero
Maria Adele Valperga Roggero
Angela Suppo
Davide Ricca
Andrea Beraudo
Annamaria e Aldo Cutullè
Paola Giani
Rosa Stefania Di Terlizzi
Michele Caselle
Stefania Cammarata
Anna Surbone
Tommaso Giacobbe
Caterina Zanon
Andrea Coccioni
Lanfranco Peyretti, socio di Cascina Archi
Carla Fantino, socia di Cascina Archi
Eloisa Perone
Walter Cavallini
Franco Sibille
Giuliana Casassa
Ilaria Correndo
Nino Cavallo
Andrea Apolloni
Giulio Modena
Stefano Vanzini
Maryves Barberis-Vignola
Cristoforo Codrino
Antonio Puccio
Maria Consolata Bertola
Giovanni Anand Roggero
Paolo Torreri
Luciana Ruatta
Roberto Di Lupo
Isa Albalustro
Katie Roggero
Franco Balosso
Stefano Brusasco
Domenico Laruffa
Maria Luisa Vallico
Francesco Laruffa
Gianni Schiocchet
Consolata Galleani d’Agliano
Francesco Ballero
Carlo Ballero
Luca Ballero
Liliana Fiorio
Lucia Mina
Marco Peisino
Valentino Fiorio
Antonio Piemontese
Giovanna Gambarotta
Guglielmo Stefanuto
Anna M. Battaglia
Ivano Piloto
Gianna Guelpa
Clementina Mazzucco
Elsa e Guido Allice
Cosmo Musolino
Paolo Chicco
Davide Fiammengo
Emanuela Germano
don Oreste Aime
Emilio Mostaccio
Annamaria Franchino Mostaccio
Maria Luisa Pisani
Giuseppe Congiu
Marta Margotti
Fiorella Orlandi, socia di Cascina Archi
Luciano Bassignana, socio di Cascina Archi
Ester Ghione, socia di Cascina Archi
Laura Vaghi
don Antonio Revelli
Annalisa Bertolino
Emanuele Ciancio
Giorgio Garneri
Lydia Rizzo, socia di Cascina Archi
Marco Billò
Piero e Piera Amore
Giuseppe Bordello
Piero Padovani
Maria Rosa Ferrero
Giovanni Ferrero
Emilia Rosso
Sante Altizio
Domenico Raimondi
Federica di Lascio
Margherita Maraschini
Luca Bobbio
Angela Dogliotti
Francesco Rocco, associazione “La Ragnatela della Solidarietà – onlus”
Bruna Moriondo, associazione “La Ragnatela della Solidarietà – onlus”
Roberta Russo
Elena Gariglio
Katya Finardi
Luca Rolandi
Andrea Tomasetto
Daniele Debernardi
Paola Gariglio
Maria Cristina Barbotto
Claudio Bellavita
Lorenzo Brunelli
Marina Zirulia
Caterina Mecca
Massimo e Maria Pia Mannini, équipe Notre Dame Torino 7
Luigino e Angela Camoriano, équipe Notre Dame Torino 7
Francesca De Montis Casassa Vigna, équipe Notre Dame Torino 7
Rosanna Martinetti Ferraris, équipe Notre Dame Torino 7
Eliana Strona
Paola Bonelli
Lorenzo Faletti
Carla Napoli
Marco Canta
Giacomo Chiesa
Luigi Dentis
Luca Facta
Marina Garizio
Giorgio Zanolli
Carla Maria Pavoni
Mario Sanguinetti
Rosina Rondelli Fantini
don Gian Paolo Mignani
Clara Bertolo
Maurizio Crozzoli
Adriana Stancati
Agostino Saglietti
Angela Mantisi
Paolo Piagneri
Michele Mea
Vittoria Sarno
Claudia Favaro
Morena Savian
Edoardo Daneo
Massimo Miglioretti
Gianluca Garello
Fulvio Izal
Paolo Martella
Paolo Pellegrini
Claudio Martano
Michele Vaglio Iori
Roberta M. Avola Faraci
Sibilla Mazzon
Piero Calcagno
Mina Andreina Calcagno
Filippo Boidi
Margherita Calciati
Stefano Temporin
Andrea Cammarota
Giovanni Avonto
Cinzia Papadia
Riccardo Torta
Elisabetta Crivellin
Luciana Petrucci
Cesare Ciaschini
Marco Mazzaglia
Mauro Ravinale
don Carlo Demichelis
Filippo Ceragioli
Elisabetta Chiolero Casoni
Silvana Poletto
Nuccia Rosingana Fumia
Giuseppe Tipaldo
Ugo Mirarchi
Beppe Giunti
Francesco Bertolo
Marco Comazzi
Roberto Bori Marucchi
don Michele Dosio
Riccardo Cedolin
Flavio Gagliano
Silvana Crivellin
Franco La Ferla
Paolo Cumino
Emanuele La Ferla
Luisella Fornero
Lorenzo Baggio
Maria Cafasso
Franco Lano
Giuseppina Dipompa
Lucia Loi
Nicolò Raia
Franco Cecchin
Luigina Balboni
Giorgio Gamba
Wanna Navone
Alberto Perron Cabus
Lilli Dominici
Franca Nosenzo
Fulvia Aimar
Silvana Lano
Eugenio Lano
Gian Carlo Andrà
Domenica MINICI
Marilù BISSOLINO MANFREDDA
Federica GARGIULO
Stefano Grassi
Chiara Della Croce
Mario Federico Roggero
Carlo Enrico Roggero
adriana Bonino
Renata Bonino
Adriano Mione
Francesca Costero
Marica Fulginiti
Emanuele Tedone
Edo e Aidella Rabajoli
Paolo Picco
Carolina Reviglio
Giovanna Montanari Bevilacqua
Chiara Cordero
Fabrizio Cuniberti
Elisa Trovo
Roberto Blanco
Roberto Bausardo
Armando Mariano
Maria Vincenza Oberto
Daniele Galli
Ci hanno mandato la loro adesione anche:
Paolo Barsotti, Lucca
Francesco Bonvicini, Aosta
Silvana Manca, Cagliari
Vittorio Rapetti, Acqui
Francesca Merlo, Concordia-Pordenone
Giannino Piana, Arona
Luisa Orsi, Lucca
don Luigi Consonni, Milano
Piercarlo Pazé, Pinerolo
Elvira Viviano, Nocera Inferiore-Sarno
Rosario Vece, Eboli
Paolo Angeli, Lucca
Pietro Rocco, Caserta
Mariangela Renieri, Lucca
Ivano Piloto, Milano
Cristiano Vannucchi, Pistoia
Alessandro Conti, Carrara
Desidererei aderire con la mia firma all’iniziativa della lettera aperta.
Grazie
firmo anch’io con piacere
alessandro conti
http://www.diogneto.splinder.com
aderisco; vorrei però parlare con Marina Zirulia.
Trovo la lettera bellissima, densa, e veramente importante nel nostro contesto culturale ed ecclesiale.
Un grazie di cuore a chi testimonia così la bellezza, la creatività ed il coraggio di essere credenti.
Fr. Federico Righetti
Condivido tutto ciò che esprime la lettera ed aderisco in pieno a quanto è stato espresso dai firmatari con la speranza che questi gruppi di laici responsabili si rendano visibili in una Chiesa che,con amore,vorremmo evangelica.A Palermo la comunitasansaverio ha un’assemblea permanente che elabora dei documenti di consultazione per la Messa della domenica.Grazie per l’occasione che mi date!
condivido la lettera e desidero co-firmarla
grazie e buon lavoro
condivido la lettera e desidero sottoscriverla
grazie e buon lavoro
Firmo anch’io con calorosa convinzione
Condivido la lettera che volentieri sottoscrivo e ringrazio per l’opportunità che date.
Sostengo l’iniziativa perche’ secondo me e’ utile a muoverci verso un giusto cambiamento.
Aderisco alla lettera e domando :
che cosa hanno risposto le gerarchie ecclesiastiche torinesi e poi quelle romane a questo appello?
Pongo questo interrogativo perchè da anni rimango esterefatto dinanzi alle rappresentazioni a senso unico della Chiesa presenti sui media.
Perchè importanti esperienze di viventi come il Card. Martini,o di non più viventi come Don Milani,Don Mazzolari, D.Bonhoeffer,Don Tonino Bello,Don Zeno Saltini,il Card. Pellegrino sono pressochè assenti nei programmi televisivi,nella stampa cosiddetta cattolica e nelle omelie dei nostri sacerdoti?
A che tipo di comunità ecclesiale si mira?
Ci accorgiamo che le strategie conservatrici e anticonciliari stanno pervadendo la Chiesa,annullando la testimonianza di tanti autentici cristiani ?
Fino a che punto le autorità ecclesiastiche (come
quelle civili) vogliono mettersi in gioco,aprirsi alla partecipazione,alla condivisione nelle decisioni che contano?
C’e’ bisogno di una profonda riflessione sull’essenzialità della nostra fede,libera da dogmatismi,irreggimentazioni e adesioni di comodo e aperta al mondo.
condivido pienamente la lettera e la sottoscrivo. grazie per i vostri sforzi e per la testimonianza.
Il Signor Guido mi ha tolto le parole di bocca.
Nessuno può o vuole rispondere? 😦
Saluti e abbracci.
Guido, Steven… la lettera del 2007 ha dato i suoi frutti.
Molti di coloro che in diocesi hanno aderito alla lettera hanno espresso la necessità di far sì che la lettera non fosse un’iniziativa sporadica e così nel giro di pochi mesi si sono formati 16 gruppi di adulti in diocesi che, coordinati dal coordinamento chiccodisenape, si ritrovano per confrontarsi e lavorare su alcuni temi.
Parte del lavoro lo trovate all’interno del blog.
Inoltre in questi due anni siamo stati ricevuti dal nostro vescovo con la quale s’è potuto cordialmente e in sincerità confrontarci.
Non di poca importanza i contatti e le collaborazioni che sono nate con altre esperienze sparse per l’italia (bologna, firenze, biella, padova, firenze, palermo, ecc.)… fino a realizzare un convegno nazionale a Firenze nel maggio scorso (nel blog trovate i documenti del convegno).
Insomma di strada se ne è fatta dal 2007 e con speranza continuiamo.
[…] – un misto di immobilismo pastorale ed eccessivo interventismo in campo politico. Attorno alla lettera che nel 2007 diede inizio al cammino di “chiccodisenape” ci fu un consenso significativo e […]