Ecco la lettera del “chicco” che sarà pubblicata sulla Voce del Popolo di questa settimana, per contribuire al dibattito sul “riassetto diocesano”.
Seguiranno altre iniziative; segnaliamo specialmente una serata insieme alla teologa Serena Noceti dal titolo Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito (1Cor 12,4). Ministerialità laicali nella parrocchia che cambia. Appuntamento lunedì 17 novembre alle 21 al Centro Studi “Bruno Longo” in via Le Chiuse 14.
Essere cristiani nella parrocchia che cambia
Chiccodisenape segue da tempo i cambiamenti che negli ultimi anni hanno interessato diverse comunità parrocchiali della diocesi e che oggi si propongono a un’attenzione più ampia con l’espressione “riassetto diocesano”. Si tratta di una riflessione che ha accompagnato i lavori della recente assemblea del clero e che sarà oggetto degli incontri che l’Arcivescovo ha iniziato ad avere con i preti e i consigli pastorali delle singole Unità Pastorali.
Solo osservatori distratti potrebbero trovare questo scenario inatteso: la secolarizzazione avrebbe dovuto portare il cristianesimo a doversi ridire e ripensare per il tempo presente, come bene il Concilio Vaticano II aveva messo in luce. E quindi oggi ci troviamo alle soglie di una grande riorganizzazione diocesana proprio per affrontare le trasformazioni culturali e sociali delle nostre parrocchie e per rispondere alla diminuzione del numero di preti, occasione che tuttavia ha permesso di mettere in luce molteplici altre fragilità: una bassa partecipazione dei laici alla vita delle comunità, spesso ridotta a ruoli semplicemente esecutivi e funzionali; un’attitudine introversa delle comunità, più rivolte alla cura di chi partecipa che all’annuncio del Vangelo; un atteggiamento acquiescente nei confronti delle modalità in cui la comunità è organizzata.
È importante notare che nella scheda proposta ai consigli pastorali delle Unità Pastorali in vista dell’incontro con l’Arcivescovo si scrive: «L’inevitabile processo di trasformazione delle parrocchie dovrà svolgersi con gradualità, con sostenibilità, con flessibilità, escludendo la soluzione unica per tutti». Sono criteri condivisibili e apprezzabili, eppure il seguito della scheda non cela la necessità di trovare rapidamente soluzioni organizzative alle effettive esigenze operative che ci troveremo a vivere.
Ci sembra necessario “tenere presente l’orizzonte” e discernere pazientemente i segni dei tempi che ci sono offerti dal Signore come occasione di crescita. In particolare, pensiamo possa essere particolarmente fecondo un confronto sul modello di Chiesa che viviamo, per verificare che essa sia coerente alla fede che professiamo. Seppure tutti siamo pronti a dirci figli e figlie del Concilio Vaticano II, dobbiamo ammettere che esistono molti contesti ecclesiali nei quali non esiste una vera corresponsabilità tra presbiteri e laici, ora per il clericalismo accentratore degli uni ora per la “delega in bianco” degli altri. Ancora troppo spesso, presbiteri e laici pensiamo le parrocchie mettendo al centro la figura del parroco, che decide/coordina/cura il gregge che gli è affidato, e non la comunità cristiana tutta, capace al contempo di sostenere i suoi membri e di essere estroversa e accogliente. Si tratta di una visione di Chiesa che ha spesso comportato un ridimensionamento del laicato, organizzato o meno, e ha impedito lo sviluppo di un’adeguata riflessione sulla ministerialità. È tempo che si colga il loro rilievo per l’individuazione di nuove figure di servizio e di responsabilità, che possano affiancare i ministri ordinati.
Cosa fare, dunque?
Chi di noi ha incarichi nei consigli pastorali avrà occasioni strutturate di confronto, ma pensiamo sia urgente iniziare una riflessione comunitaria più ampia e profonda che permetta di mettere in luce gli snodi da affrontare e le soluzioni possibili. Da parte nostra, abbiamo individuato alcune questioni che riteniamo cruciali e decisive, sulle quali ci piacerebbe dialogare:
- la necessità di diventare la comunità evangelizzatrice di cui parla papa Francesco in Evangelii Gaudium (EG), la Chiesa “in uscita”, cioè la comunità di discepoli missionari che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano (cfr. n.24);
- l’analisi di consuetudini, stili, orari, linguaggio e strutture (cfr. EG n.27) in vista di renderle più accessibili alle persone del nostro tempo e, soprattutto, a quelle più giovani;
- il ripensamento della suddivisione di responsabilità tra presbiteri e laici nell’evangelizzazione e nella gestione delle comunità;
- la valorizzazione del cammino di fede e la formazione per i laici e le laiche disponibili a mettersi a servizio delle comunità;
- il ruolo che potranno avere i Consigli pastorali parrocchiali e le aggregazioni laicali.
È tempo opportuno per un confronto sereno e libero fra tutte le componenti del popolo di Dio, in nome della comune responsabilità battesimale, e consapevoli dell’apporto che può venire da chiunque abbia a cuore l’annuncio del Vangelo, «perché il gregge stesso possiede un suo olfatto per individuare nuove strade» (EG n.31).
Il coordinamento di chiccodisenape
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Scarica la lettera pubblicata dalla Voce del Popolo