Feeds:
Articoli
Commenti

La teologa Serena Noceti interverrà al Centro Studi Bruno Longo (via Le Chiuse 14) alle 21 nell’incontro “Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito (1Cor 12,4). Ministerialità laicali nella parrocchia che cambia”.
La teologa aiuterà a riflettere sulle sfide che stanno accompagnando le chiese diocesane nei processi di trasformazione, come sta avvenendo a Torino (si legga la lettera di chiccodisenape a riguardo).

Durante l’incontro sarà possibile acquistare (o ritirare esibendo la cedola per chi ha già pagato) gli atti del convegno “Le voci delle donne nella Chiesa” dello scorso 29 marzo.

Per informazioni: chiccodisenape@gmail.com
Per segnalare la propria partecipazione, clicca su “partecipa” all’evento su Facebook

17novembre

Ecco  la lettera del “chicco” che sarà pubblicata sulla Voce del Popolo di questa settimana, per contribuire al dibattito sul “riassetto diocesano”.

Seguiranno altre iniziative; segnaliamo specialmente una serata insieme alla teologa Serena Noceti dal titolo Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito (1Cor 12,4). Ministerialità laicali nella parrocchia che cambia. Appuntamento lunedì 17 novembre alle 21 al Centro Studi “Bruno Longo” in via Le Chiuse 14.

Essere cristiani nella parrocchia che cambia

Chiccodisenape segue da tempo i cambiamenti che negli ultimi anni hanno interessato diverse comunità parrocchiali della diocesi e che oggi si propongono a un’attenzione più ampia con l’espressione “riassetto diocesano”. Si tratta di una riflessione che ha accompagnato i lavori della recente assemblea del clero e che sarà oggetto degli incontri che l’Arcivescovo ha iniziato ad avere con i preti e i consigli pastorali delle singole Unità Pastorali.

Solo osservatori distratti potrebbero trovare questo scenario inatteso: la secolarizzazione avrebbe dovuto portare il cristianesimo a doversi ridire e ripensare per il tempo presente, come bene il Concilio Vaticano II aveva messo in luce. E quindi oggi ci troviamo alle soglie di una grande riorganizzazione diocesana proprio per affrontare le trasformazioni culturali e sociali delle nostre parrocchie e per rispondere alla diminuzione del numero di preti, occasione che tuttavia ha permesso di mettere in luce molteplici altre fragilità: una bassa partecipazione dei laici alla vita delle comunità, spesso ridotta a ruoli semplicemente esecutivi e funzionali; un’attitudine introversa delle comunità, più rivolte alla cura di chi partecipa che all’annuncio del Vangelo; un atteggiamento acquiescente nei confronti delle modalità in cui la comunità è organizzata.

È importante notare che nella scheda proposta ai consigli pastorali delle Unità Pastorali in vista dell’incontro con l’Arcivescovo si scrive: «L’inevitabile processo di trasformazione delle parrocchie dovrà svolgersi con gradualità, con sostenibilità, con flessibilità, escludendo la soluzione unica per tutti». Sono criteri condivisibili e apprezzabili, eppure il seguito della scheda non cela la necessità di trovare rapidamente soluzioni organizzative alle effettive esigenze operative che ci troveremo a vivere.

Ci sembra necessario “tenere presente l’orizzonte” e discernere pazientemente i segni dei tempi che ci sono offerti dal Signore come occasione di crescita. In particolare, pensiamo possa essere particolarmente fecondo un confronto sul modello di Chiesa che viviamo, per verificare che essa sia coerente alla fede che professiamo. Seppure tutti siamo pronti a dirci figli e figlie del Concilio Vaticano II, dobbiamo ammettere che esistono molti contesti ecclesiali nei quali non esiste una vera corresponsabilità tra presbiteri e laici, ora per il clericalismo accentratore degli uni ora per la “delega in bianco” degli altri. Ancora troppo spesso, presbiteri e laici pensiamo le parrocchie mettendo al centro la figura del parroco, che decide/coordina/cura il gregge che gli è affidato, e non la comunità cristiana tutta, capace al contempo di sostenere i suoi membri e di essere estroversa e accogliente. Si tratta di una visione di Chiesa che ha spesso comportato un ridimensionamento del laicato, organizzato o meno, e ha impedito lo sviluppo di un’adeguata riflessione sulla ministerialità. È tempo che si colga il loro rilievo per l’individuazione di nuove figure di servizio e di responsabilità, che possano affiancare i ministri ordinati.

Cosa fare, dunque?

Chi di noi ha incarichi nei consigli pastorali avrà occasioni strutturate di confronto, ma pensiamo sia urgente iniziare una riflessione comunitaria più ampia e profonda che permetta di mettere in luce gli snodi da affrontare e le soluzioni possibili. Da parte nostra, abbiamo individuato alcune questioni che riteniamo cruciali e decisive, sulle quali ci piacerebbe dialogare:

  • la necessità di diventare la comunità evangelizzatrice di cui parla papa Francesco in Evangelii Gaudium (EG), la Chiesa “in uscita”, cioè la comunità di discepoli missionari che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano (cfr. n.24);
  • l’analisi di consuetudini, stili, orari, linguaggio e strutture (cfr. EG n.27) in vista di renderle più accessibili alle persone del nostro tempo e, soprattutto, a quelle più giovani;
  • il ripensamento della suddivisione di responsabilità tra presbiteri e laici nell’evangelizzazione e nella gestione delle comunità;
  • la valorizzazione del cammino di fede e la formazione per i laici e le laiche disponibili a mettersi a servizio delle comunità;
  • il ruolo che potranno avere i Consigli pastorali parrocchiali e le aggregazioni laicali.

È tempo opportuno per un confronto sereno e libero fra tutte le componenti del popolo di Dio, in nome della comune responsabilità battesimale, e consapevoli dell’apporto che può venire da chiunque abbia a cuore l’annuncio del Vangelo, «perché il gregge stesso possiede un suo olfatto per individuare nuove strade» (EG n.31).

 

Il coordinamento di chiccodisenape

www.chiccodisenape.org

Scarica la lettera pubblicata dalla Voce del Popolo

 

Il 13 settembre scorso la Rete dei Viandanti ha organizzato a Bologna un convegno su “Separati, divorziati, risposati. Fallibilità dell’amore umano nello sguardo di Dio” con l’intento di dare un libero contributo al dibattito su uno dei temi che l’Assemblea straordinaria del Sinodo sulla famiglia affronterà dal 5 al 19 ottobre.
L’editoriale che segue riprende la “Sintesi propositiva a partire dalle relazioni e dal dibattito”, che ha il valore di documento conclusivo del convegno da sottoporre all’attenzione dei padri sinodali.
  

In rapporto con la testimonianza biblica 

1.Non è mai la legge che determina l’agire di Dio
Se il rapporto con la testimonianza biblica si risolve solo nella ricerca di leggi probabilmente si entra in un dibattito infinito – come mostra il fatto che le diverse Chiese hanno ricavato prassi e norme diverse proprio dalla stessa Bibbia – e si ricade in una casistica di tipo rabbinico. Si può osservare, come mostrano Matteo e Paolo, che già le prime generazioni cristiane hanno dovuto trovare degli equilibri tra la prospettiva evangelica, che è la salvezza degli uomini, e una norma che, se intesa in senso giuridico, può portare a chiudere la porta della salvezza forse in modo irreparabile. Sarebbe invece da prendere sul serio il fatto che non è mai la legge che determina l’agire di Dio, bensì il suo amore per l’umanità e il creato.

2. Attenzione al dinamismo della conversione
È opportuno tener presente che la vicenda matrimoniale di Dio (e del Cristo) non si consuma in un archetipo (cf. le ierogamie), ma in un processo storico e dinamico che coinvolge ogni generazione, anche se è popolo o Chiesa. Quando Dio sceglie questo partner ne conosce la fallibilità, ma non lo abbandona a se stesso quando sbaglia e Gesù non condanna neppure l’adultera! Alla luce di questo, la pastorale matrimoniale potrebbe insistere su un processo al cui centro sta il dinamismo della conversione e che non è mai un attuato pienamente nell’arco di un’esistenza.

3. Correre il rischio del discernimento del pastore
È doveroso essere consapevoli della distanza che intercorre tra noi e la testimonianza biblica, tenendo conto di come si giungeva al matrimonio e di quale valenza sociale esso assumeva. Vivere in una società post-cristiana – per usare uno dei tanti modelli di lettura della contemporaneità – richiede di prendere sul serio le indicazioni di Paolo in 1Cor 7, allorché deve trattare le problematiche matrimoniali non più solo guardando a degli ebrei, ma anche a convertiti provenienti dal mondo pagano: Paolo conosce la parola del Signore, ma non si accontenta di ripeterla meccanicamente, poiché di fronte alla nuova situazione di partner convertiti, che devono convivere con chi non ha abbracciato la fede, egli rischia il discernimento del pastore: “io Paolo dico…”. Lo Spirito soffiava al tempo di Paolo ma anche oggi, e chiede a un popolo di Dio, al quale il Concilio ha riconfermato il sensus fidelium, di interrogarsi su alcune prassi Continua la lettura »

Sabato 29 marzo nel salone di s. Rita poco meno di duecento persone hanno partecipato al convegno organizzato da chiccodisenape Va dai miei fratelli. Di’ loro. Sia nel mattino che nel pomeriggio è stato possibile ascoltare le voci delle donne nella Chiesa, quelle delle relatrici (S. Morra, I. Zuanazzi, C. Mazzucco, M. Baldacci) ma anche quelle che esse hanno rappresentato, al presente e al passato. Si è così completato il quadro a cui aveva già contribuito il 9 novembre MariaCristina Bartolomei con il suo contributo sulle Donne nella Bibbia. Testimonianze e domande hanno concluso le due sessioni al mattino e alla sera.

Per chi desidera si possono vedere le foto

 

Tanto chi ha partecipato quanto chi non è potuto intervenire potrà ritornare sui contributi proposti in queste due giornate grazie alla pubblicazione degli Atti, in uscita con ogni probabilità entro Natale (una bella strenna …). Per ricevere gli Atti, per chi non l’avesse già fatto con la scheda, è necessario prenotarli al seguente indirizzo:oreste.aime@bussola.it .

Al momento opportuno sarà anche indicato come pagare per avere il fascicolo.

 

Stella Morra in un’intervista, in parte pubblicata dalla Voce del popolo, ha presentato il senso della ricerca teologica femminile e del contributo delle donne alla vita della chiesa. Leggi l’intervista.

 

Grazie a tutti coloro che hanno partecipato e a chi in vario modo ha contribuito alla preparazione e alla realizzazione del convegno. In particolare a don Toni Revelli che abbiamo festeggiato a fine giornata per i suoi prossimi 80 vigorosi anni.

Intervista a Stella Morra

29 marzo
Esistono le “quote rosa” nella Chiesa? È possibile che una donna guidi una congregazione vaticana? Quando nel cattolicesimo potranno esserci preti donne? E papa Francesco riuscirà a cambiare una tradizione ormai secolare? Oppure non sono queste le domande fondamentali?

Interrogati insieme a noi durante il convegno “Va’ dai miei discepoli. Di’ loro”. Le voci delle donne nella Chiesa che si svolgerà sabato 29 marzo a Torino (scarica il volantino in allegato per luoghi e orari), con gli interventi di Stella Morra, Ilaria Zuanazzi, Clementina Mazzucco, Morena Baldacci.
Leggi il comunicato stampa per maggiori dettagli

Puoi segnalare la vostra adesione anche su Facebook

Sei interessato ma abiti troppo lontano da Torino oppure hai già un altro impegno?
Niente paura: faremo gli atti. Scrivi a oreste.aime@bussola.it per prenotare la tua copia.

Ti aspettiamo!

PS: il pranzo è autogestito… se partecipi al convegno non dimenticare di portare qualcosa da mangiare o da bere!

29 marzo

2014 03 29 comunicato Chiccodisenape Donne nella Chiesa